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Instagram shadowban: quando Instagram penalizza la visibilità del tuo account

Social Media

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Se ne sente parlare sempre più spesso ma che significa precisamente “shadowban”?

Cominciamo facendo chiarezza sul termine. Siamo di fronte all’unione di due parole:

  • Shadow = Ombra
  • Ban = bandire, proibire

La traduzione in italiano più vicina al significato originale potrebbe essere “penalizzazione ombra”.

C’è una sorta di penalizzazione, per l’appunto, che riduce la visibilità dei tuoi post nei feed degli hashtag che hai utilizzato ma con un “effetto ombra”.

Tu continuerai a vedere quei post e anche i tuoi followers ma non le persone che non ti seguono e, quindi, non i potenziali nuovi followers.

Per farla breve, sarà senz’altro più difficile crescere, in termini di audience, se il tuo profilo è stato colpito dallo shadowban di Instagram.

Come capire se si è “vittime” delle Shadowban?

Il modo più semplice per scoprire se sei stato colpito è pubblicare una foto e poi chiedere a 2 o 3 persone che non ti seguono di verificare la presenza del contenuto nel feed del relativo hashtag.

Se non vengono mostrate le tue immagini, allora potrebbe esserci la possibilità che tu sia stato colpito. Alcune fonti suggeriscono di utilizzare il sito https://shadowban.azurewebsites.net/ per comprendere effettivamente se alcuni post siano stati vittime o meno da shadowban, sebbene molti utenti dichiarino una mancata accuratezza nell’esito dei test.

 

 

 

Quando sono a rischio “shadowban”?

L’applicazione di queste restrizioni da parte di Instagram è la conseguenza di un utilizzo “poco umano” della piattaforma. In altri termini, si è a rischio shadowban nel momento in cui l’algoritmo di controllo riscontra nel tuo profilo un insieme di azioni ritenute illecite in relazione ai termini di servizio.

Come risolvere o evitare questa condizione?

Ecco allora alcune regole da seguire se si vuole allontanare questo rischio:

  1. RISPETTARE I LIMITI DI FOLLOW ED UNFOLLOW
  2. LIMITARE MASSIMO DI LIKE A 350 PER OGNI ORA
  3. LIMITARE L’INVIO DI MESSAGGI A MASSIMO 15 UTENTI PER VOLTA
  4. INSERIRE MASSIMO 30 HASHTAGS PER POST
  5. NON TAGGARE PIU’ DI 20 PERSONE IN UN POST

Insieme a questa lista di buone pratiche ci sono altre dinamiche da tenere sotto controllo come, ad esempio, il numero dei commenti e delle mention prodotte nell’arco di un determinato orario.

Se vuoi approfondire questo argomento, scomoda uno dei nostri Social Media Manager!

 

Articolo di Alessio Cervelli

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