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Tecniche per la creazione di un logo in 3 step

Brand Design e Grafica

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Come si crea un logo? Da cosa si parte?

Quando ci si approccia alla creazione di un logo ci sono alcuni passaggi importanti da fare che, se sottovalutati, portano, inesorabilmente, a perdere più tempo del dovuto per soddisfare le richieste dei clienti. Ho cercato di riassumere questi step in 3 fasi:

  1. Raccolta delle esigenze
  2. Processo creativo
  3. Esecuzione

1. Ascolta e suggerisci… non fare di testa tua.

Può sembrare una banalità ma questo è un momento cruciale della progettazione di un logo. Nella maggior parte dei casi chi ci commissiona questo tipo di lavoro non ha le idee molto chiare e saper ascoltare e captare ogni singola informazione potrebbe risultare fondamentale per il risultato finale. I metodi di ascolto sono molteplici: un’intervista telefonica, un incontro diretto o, come nel mio caso, un brief da compilare contenente tutte le domande che potrebbero servirmi per iniziare.

Limitarci, però, ad ascoltare in alcuni casi non basta. È importante, infatti, avere delle basi di progettazione ed essere costantemente aggiornati su tendenze e novità per orientare le scelte verso le soluzioni più moderne e adatte al settore di riferimento. Questo non significa che bisogna andare contro le richieste del cliente ma semplicemente fargli capire le diverse potenzialità, a livello di marketing, di uno stile rispetto ad un altro.

2. Pensa, spia, ispirati!

Dopo aver capito e fatto nostre le richieste del cliente inizia il processo creativo. Il primo grande errore che si rischia di commettere è quello di ricercare l’idea nei lavori degli altri, perdendosi nella ricerca di “nomi” (dentista, architetto, pulizie ecc.) accostati dalla parola “logo” su Google. Il processo creativo deve partire, invece, da voi, dalla vostra testa e dai primi flash che vi hanno attraversato il cervello durante l’ascolto. Quindi, armatevi di carta e penna o tavoletta grafica (non serve essere dei disegnatori) e iniziate a mettere nero su bianco tutto quello che vi viene in mente: uscite dagli schemi, giocate con le forme geometriche e con il naming, lasciatevi trasportare dall’ambiente circostante. Ecco, a tal proposito, anche l’ambiente dove siete gioca un ruolo fondamentale: lavorare in un ambiente sterile, privo di colori ed elementi non vi aiuterà di certo ad esprimere al meglio la vostra creatività. Ora è il momento di andare a curiosare e vedere “gli altri” come si sono mossi e cercate di captarne eventuali errori per trasformarli nei vostri punti di forza.

3. Niente è inutile; da idea nasce idea!

Siamo alla fase finale del processo nella quale abbiamo raccolto una serie di input e informazioni che devono essere tradotte in una serie di proposte da presentare al cliente. Parlo di “una serie” perché è raro che dal processo creativo emerga una sola idea; è giusto produrre tutte le idee maturate in precedenza e selezionare le migliori. Succede spesso, soprattutto in questa fase, che il risultato finale non rispecchi l’idea che avevate in testa ed è facile buttarsi giù, pensando di aver sprecato tempo, che la vita non sia giusta e che il mondo sia contro di voi 🙂 il passaggio dall’euforia alla depressione è molto breve ed è per questo che bisogna saper gestire al meglio questo momento, sfruttando le proposte peggiori come fonte di ispirazione per quelle future.

Conclusione

La natura di un buon lavoro deriva dalla concentrazione, dall’ascolto e dalla capacità di assimilare gli stimoli esterni per trasformarli in elementi utili alla realizzazione finale del logo. Occorre essere sempre informati e, allo stesso tempo, saper indirizzare il cliente verso la scelta migliore per lui, per la sua attività e per le sue tasche.

 

Articolo di Roberto D’Intino

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